Il business plan è un documento programmatico che le imprese utilizzano per presentare la propria “mission” aziendale a potenziali investitori e banche.
Il business plan va a simulare, grazie all’acquisizione e l’ottenimento di dati acquisibili grazie a delle ricerche (gathering) un situazione economico finanziaria proiettata in un lasso di tempo utile a comprendere il possibile funzionamento di un nuovo business da affrontare.
Questo importante strumento, se REALIZZATO BENE, può risultare molto utile nella fase di start dell’azienda.
Il business plan è un documento analitico composto da una parte numerica e una parte descrittiva, dove vengono esposte le ragioni per cui un determinato progetto imprenditoriale deve funzionare.
Ne deduciamo quindi che il business plan è un documento molto importante, in quanto spiega in modo analitico e capillare il perché investire in un determinato progetto. Il business plan è utile in molti casi, in particolare per acquisire nuovi potenziali partner commerciali e investitori terzi, come ad esempio
Quando si è una start-up oppure in fase di realizzazione di un nuovo progetto aziendale, la banca non si limita a porgere fiducia all’imprenditore, ma vuole toccare con mano il potenziale del Business. In questo caso, quasi sicuramente, andrà a chiedere un business plan, se non un piano industriale vero e proprio.
Come per le banche, i consorzi di garanzia, prima di rilasciare corpose somme sotto forma di garanzie, vogliono toccare con mano il potenziale dell’idea imprenditoriale. Anche qui un buon business plan aiuta l’imprenditore a convincere l’istituto a credere in lui.
ultimamente un modo per raccogliere finanze (resources gathering), è quello di iscriversi alle piattaforme di crowdfunding. In queste piattaforme, vari privati, investono piccole somme su progetti che i potenziali imprenditori postano sulla propria pagina. Questo modo di raccolta, il quale possiamo definirlo 3.0 funziona, ma giustamente i vari investitori vogliono capire nel dettaglio in cosa stanno investendo. Qui entra in gioco il business plan, fatto sotto forma di presentazione grafica semplice e coincisa.
Un ulteriore modo interessante di acquisire risorse finanziarie, è quello di affidarsi ai c.d. business angels (dall’inglese angeli della finanza), ossia manager, filantropi e imprenditori, con grandi disponibilità finanziarie, i quali decidono di investire nei progetti e nel futuro. In questo caso, a maggior ragione, serve un business plan fatto in modo adeguato, in quanto il potenziale investitore è sicuramente un imprenditore con numerosi anni di esperienza sulle spalle.
Molte volte, sono gli stessi fornitori di beni e servizi che incentivano l’apertura di un azienda con il rilascio di linee di fido, dando al possibilità al nuovo imprenditore di pagare in modo diluito nel tempo. Immaginiamo le torrefazioni che affidano macchinari e forniture ai bar per aprire e si fanno pagare anche dopo 180 giorni. In questi casi, i fornitori si fanno lasciare le dovute garanzie, ma anche un piano di business ben preciso. Come vediamo, anche in questo caso il business plan torna utile.
Il business plan non è solo un documento utile a potenziali terzi, ma può trascriversi anche come una vera e propria mappa concettuale che l’imprenditore usa per realizzare il suo progetto. Quando si inizia un nuovo business, si è presi dall’entusiasmo, il quale a volte si muta in superficialità nelle scelte al fine di raggiungere il proprio obbiettivo. Il business plan, come una ferrovia, fa si che l’imprenditore non si perda ed arrivi alla meta (da A a B) senza tappe inutili e nel minor tempo possibile. In questo caso il business plan è finalizzato alla pianificazione strategica d’impresa.
Il business plan è veramente un documento universale. Lo stesso infatti può essere sia in lingua originale, ma che tradotto in lingua inglese, al fine di aumentare il proprio bacino di potenziali investitori.
Specialmente nel settore food, sono molti gli investitori che vengono dall’estero, specialmente dal Regno Unito e dal Nord/Centro Europa. In questo caso,a vere un business plan in lingua inglese, aiuta a farsi conoscere meglio.
Nella realizzazione di un buon business plan, vanno seguite delle linee concettuali ben precise. Infatti, l’errore che fanno molti è quello di realizzare un business plan senza introdurre le premesse fondamentali.
L’investitore deve sapere tutto:
ecc … Sono tutte domande lecite le quali fungono da premessa e per la raccolta di informazioni, o business information gathering.
Una volta raccolte tutte le informazioni necessarie, si è costruita l’impalcatura del business plan, sulla quale dovranno poggiarsi tutti i dati numerici e previsionali.
L’obbiettivo del business plan è ricreare, grazie alle informazioni raccolte, una proiezione, la quale dovrà discostarsi il meno possibile dalla realtà.
Prima di tutto va impostata l’introduzione la quale dovrà contenere alcune info e premesse fondamentali:
Dopo la prima fase di introduzione è importante per l’imprenditore presentare le proprie esperienze nella materia ove si sta andando a sviluppare il business. Imprenditori lo si può diventare, ma non ci si può improvvisare.
Quando un investitore decide di finanziare un progetto deve sapere che il suo denaro è in ottime mani.
Ogni imprenditore ha la sua storia. E’ importante, prima di fare qualsiasi passo, analizzare la situazione del merito creditizio dell’individuo che andrà a chiedere i fondi.
Ormai, quasi tutte le banche, finanziarie, consorzi di garanzia ecc … hanno accesso a delle banche dati, le quali raccolgono e analizzano milioni di dati di milioni di utenti.
Quando vi sono delle irregolarità, le piattaforme di rating, segnalano il creditore come cattivo pagatore o non regolare. In questo caso diventa difficile richiedere dei fondi, ma non impossibile. Vi sono alcune piattaforme sia di crowdfundig che di micro-credito, dove i creditori vengono analizzati, sì sotto la lente del merito, ma anche in base all’idea imprenditoriale.
In questo caso il business plan dovrà essere formulato in modo ancor più analitico e capillare.
Per realizzare una proiezione reale è necessario acquisire il maggior numero di notizie possibili, partendo da alcune domande fondamentali:
Sono tutte domande fondamentali al fine della realizzazione di un progetto imprenditoriale.
Per aiutarci nella ricerca possiamo sfruttare lo strumento dell’informazione, ossia comparare il nostro progetto a quello di un competitor già operante. Questa fase si chiama competitor comparation.
Possiamo anche avvalerci di tecnici o esperti del settore, facendo delle vere e proprie interviste a chi è già del settore.
L’analisi preventiva (preventive analysis) è fondamentale quando si realizza un business plan. Vediamo brevemente quali sono le fasi:
Fatte tutte le premesse necessarie, è possibile procedere con la fase decisiva del business plan, ossia quella riguardante le proiezioni economiche e patrimoniali.
La prima fase è l’individuazione del margine contributivo, dato dai ricavi meno i costi variabili
MARGINE CONTRIBUTIVO = RICAVI – COSTI VARIABILI
Il secondo risultato da ottenere è il MOL (margine operativo lordo), dato da il margine contributivo, appena calcolato, meno i costi fissi.
MOL = MARGINE CONTRIBUTIVO – COSTI FISSI
Come terzo risultato vanno calcolate le imposte e le tasse e vanno dedotte dal risultato operativo lordo (MOL).
UTILE NETTO = MOL – IMPOSTE CORRENTI
La proiezione va poi riprodotta sui 3 o i 5 anni a seconda dell’arco temporale di proiezione.
L’arco temporale di proiezione deve coincidere, ovviamente, con l’arco di restituzione dei prestiti. Ad esempio: se avete la necessità di avere un finanziamento che durerà 48 mesi (4 anni), la proiezione dovrà essere di almeno 4 anni, in quanto il finanziatore dovrà vedere la proiezione nell’arco della durata del finanziamento concesso.
Vista la proiezione del conto economico, è necessario andare ad allocare il finanziamento in base al suo periodo di restituzione, in deduzione all’utile netto ottenuto nella proiezione. Ovviamente, per far si che la richiesta di finanziamento sia congrua rispetto al business potenziale, l’utile dovrà essere nettamente maggiore alla rata annuale + gli interessi (costo del denaro).
UTILE NETTO > RATA FINANZIAMENTO ANNUALE + INTERESSI
Se, dai calcoli, l’utile dovesse risultare insufficiente a coprire la rata e gli interessi, il rischio è quello di incorrere in una situazione di potenziale sovraindebitamento e di stagnazione. In questo caso va rivalutato l’intero impianto dell’idea imprenditoriale, ridimensionando il tutto ad una quota raggiungibile.
Inoltre, non è sufficiente che l’utile sia superiore alla rata del finanziamento, nonché agli interessi generati, ma dovrà lasciare un margine con il quale l’imprenditore potrà affrontare le sue necessità e la sua sussistenza.
UTILE NETTO – MARGINE DI GUADAGNO > RATA FINANZIAMENTO + INTERESSI
Una volta ottenuti i numeri e individuate le risorse necessarie per il proprio scopo imprenditoriale, vanno distinte le risorse da acquisire.
I finanziamenti si distinguono in due grossi tronconi:
Quando si redige il business plan e il piano finanziario, è importante distinguere le risorse da acquisire con le esigenze. In linea generale la regola è:
Per l’acquisizione di risorse a breve termine è opportuno operare finanziamenti o linee di cassa restituibili nel breve termine.
Viceversa per l’acquisizione di risorse quali immobilizzazioni, le risorse finanziarie dovranno presumibilmente ricoprire l’arco di ammortamento dei beni stessi.
Facciamo un esempio: il nostro gelataio deve acquisire
La scelta di finanziamento più logica da operare è la seguente:
ACQUISIZIONI | RISORSE |
Macchinari valore di € 35.000 | Finanziamento a m/l termine per € 35.000 da restituirsi in 5 anni |
Cauzione locali 2.500 € | FIDO di cassa per € 5000 |
Dipendente 1.100 € + 700 € di tasse | FIDO di cassa per € 5000 |
Come si evince dalla tabella, l’acquisizione degli strumenti necessari, si proietta sull’acquisizione delle risorse.
Infatti andando ad analizzare in modo capillare:
Lo stress test, è un modo per verificare fino a che grado di prudenza regge il progetto riportato nel business plan.
Il principio contabile della prudenza, è infatti, uno dei metodi che un buon consulente deve adottare, in quanto tutti sappiamo bene che non va mai tutto come deve andare.
Per il principio della prudenza, dei determinati conti, devono essere prudenzialmente ridotti ed altri aumentati.
Ad esempio in un contesto prudenziale i ricavi vanno diminuiti e vanno aumentato i costi. Questo metodo, mette alla prova la tenuta dell’impianto realizzato nel business plan, come quando si fa un test antisismico su un palazzo.
Lo stress test, è il test antisismico del Business Plan.
Quando si stressa un determinato impianto contabile si adottano tre gradi:
Se il piano regge a tutte le sollecitazioni applicate, vuol dire che è un potenziale business molto solido e redditizio.
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